Da “Il lembo del mantello”, lettera pastorale del Cardinale Carlo Maria Martini, ex Arcivescovo di Milano

Voglio sottolineare l’importanza del mezzo radiofonico: il primato che in esso può assumere la parola, il tipo di rapporto personale che esso può favorire, la compagnia che crea, la discrezione con cui accompagna chi lavora o è in viaggio, chi è solo o malato, fanno sì che esso possa ben accordarsi con le finalità e lo stile della comunicazione pastorale. Dal punto di vista pastorale è chiaro che i media di matrice cattolica debbono sempre più puntare sulle opinioni e tentare una lettura dei fatti alla luce dei valori. E’ impensabile ipotizzare una concorrenza con giornali o TV, pubbliche o private, sul piano della quantità delle notizie o dei servizi.

Va tuttavia ricordato che ci si può distinguere sul piano della qualità, con le notizie date in un altro modo, con un altro taglio, mettendo in evidenza quello che altri, tante volte solo interessati allo spettacolo e all’ audience, non rilevano. Così pure esiste tutto un tessuto di cose fatte, di solidarietà, di educazione, di comunicazione, che spesso viene ignorato e che costituisce un prezioso patrimonio di notizie e informazioni suscettibile di fare opinione. In generale l’obiettivo – come avviene in altri Paesi – è di attrezzare media a cui i cattolici ( ma in linea di principio qualsiasi lettore ) possano rivolgersi per avere notizie che altri non danno, per leggere commenti, informazioni qualificate, documentazioni, dibattiti, e che siano così segno di una Chiesa viva.